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Il destino della chiesa di San Francesco è contrassegnato, a partire dal XVIII secolo, da una serie di tribolazioni, non ultime quelle di cui si sta discutendo in questi giorni, che hanno tutte contribuito a disperdere un immenso patrimonio artistico e a degradare l’intero complesso. La chiesa fu eretta a partire dal 1288 e fu affidata a frati Minori Conventuali; nel 1451 l’Ordine ebbe l’incarico di realizzare il nuovo d di Cremona presso il proprio convento; ebbe comunque fino al 1777 grande attenzione dalle famiglie nobili cremonesi che lo dotarono di straordinarie opere d’arte, come si potrà leggere di seguito.
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Ecco in una foto dall'alto l'enorme complesso di san Francesco, diviso in due per ospitarvi il vecchio ospedale..
In genere, però, le amministrazioni pubbliche cremonesi stanno perpetuando la loro scarsa fantasia e non riescono a immaginare altro che ogni edificio restaurato debba essere occupato esclusivamente da loro. In qualche modo, il problema si pone anche per Santa Monica, dove per ora non si è assolutamente immaginato un qualsiasi utilizzo privatistico degli immensi spazi. Eppure, da un affitto consistente potrebbero venire risorse agli enti pubblici che tanto lamentano la scarsità di fondi.
San Francesco va ristrutturato, non c'è dubbio. E' in una situazione di degrado anche più grave di palazzo dell'arte.
Ed allora ecco alcune proposte:
1- Perché non vi collochiamo il museo del calcio alle stesse condizioni previste per il palazzo di Cocchia, salvando così capra e cavoli e destinando il palazzo dell'Arte ad una funzione più consona? San Francesco è in centro, corrisponde perfettamente ai diktat di Vialli e C. che hanno sin qui scartato con sdegno l'officina ottocentesca del gas di fianco al campo sportivo e il mercato ortofrutticolo, in analoga favorevole posizione.
2- Vialli deve essere accontentato anche contro il parere di tutta l'intelligenza cremonese, nazionale e internazionale con una incomprensibile ostinazione certamente degna di miglior causa? Benissimo, ma perché a Vialli si deve riservare un trattamento speciale e ad altri no? Facciamo un bel bando nazionale offrendo San Francesco alle stesse condizioni straordinarie che sono garantite a Villi. A chi si impegnasse a restaurarlo trent'anni più trenta gratis di occupazione con la facoltà di installarvi qualche proficua attività compatibile, proprio come propone Vialli per palazzo dell'Arte. Gli ambienti sono straordinari, ad esempio,un mercato redditizio, la gestione di sale congressi ( chiedere agli imprenditori di Treviso).
3- Il Comune di Cremona vuole spendere a tutti i costi quattrini dei contribuenti? Almeno portino qualche vantaggio anche economico come conseguenza dell'investimento. In città c'è bisogno come il pane di un ostello per la Gioventù. Quale ambiente più favorevole? In pieno centro, spazio di proprietà pubblica. Vuole o non vuole questa città inseguire concretamente i tanto decantati obiettivi di città d'arte? Cominci a pensare dove mettere i turisti.
4- Esposizione permanente di prodotti tipici cremonesi con negozi e spacci di vendita. Oppure i salumieri ed i droghieri in centro fanno schifo?
5- E perché non ci guardiamo attorno e non misuriamo quello che si fa in situazioni analoghe in altre città ? Parma, ad esempio, che è a due passi da noi. Qui si sta procedendo a progettare la ristrutturazione di una chiesa che ha subito altrettante offese e che è sostanzialmente coeva al nostro monumento. Parliamo di San Francesco al Campo (già, proprio l'identico nome....). L'utilizzo nuovo che propone Parma è lapalissiano ovvero è l'utilizzo vecchioe naturale: se è una chiesa, che torni chiesa. Il complesso è stato affidato ai frati che hanno anche trovato i denari necessari e stanno organizzando un restauro secondo nuovi ed originali criteri per cui San Francesco al Campo sarà luogo di culto e di manifestazioni artistiche di altissimo livello. Bisogna avere coraggio, ma anche questa sarebbe una strada praticabile se ci si dà da fare, anche perché ci viene garantito che le strutture della S. Fancesco in Cremona sono tali da poter riportare la chiesa al suo splendore. Immaginate: una navata di 82 metri, un sogno.
6- L'ultima destinazione alla quale saremmo assolutamente contrari è (all'opposto della precedente - seria - provocazione), un club privé per riunioni dopo Giunta, dove le tentazioni di far casino sono sempre molto presenti. Troppo rischioso dalle parti dell'ex ospedale, dove aleggiano ancora le lusinghe di donna Egle e di via Fogarole.
Caro Direttore,
Dire che va recuperata l'area di S. Francesco che da Piazza Giovanni XXIII arriva fino a Piazza Lodi per farne il polo tecnologico dell'Amministrazione Comunale, non significa affatto che il Comune voglia realizzare uffici nell'ex chiesa di S. Francesco. Certo, l'Amministrazione Comunale sta lavorando per riuscire a recuperare quanto del vecchio ospedale non è stato ripristinato negli Anni Settanta, quando la lungimirante opera intrapresa rimase purtroppo incompiuta.
Ma questo vuol dire porre mano innanzitutto, risorse economiche permettendo (fatto questo assolutamente non da poco), ai locali già sede della Civica Scuola di Musica "C. Monteverdi": è qui che verrebbero collocati gli uffici comunali. Il recupero di questa ala dell'ex ospedale dovrebbe servire quindi da traino per proseguire in tale opera e mettere mano anche all'ex chiesa di S. Francesco che, come giustamente lei sostiene, rappresenta un esempio davvero molto importante dell'architettura religiosa a Cremona. Nessun amministratore ha mai sostenuto, pensato o proposto di trasformare l'immenso spazio di questo edificio in uffici e tanto meno in uffici da destinare agli assessori. Se sarà possibile recuperare questo monumento, il suo riutilizzo sarà invece attentamente meditato, tenendo presenti quali sono le esigenze più nobili di questa città dove solo gli Enti Pubblici sono chiamati ad investire ingenti somme di denaro e cospicue risorse, ma non così i privati (si veda solo quanto è diversa la situazione nella vicina Mantova, oppure a Parma dove viene recuperata l'ex chiesa gotica di S. Francesco, già sede del carcere cittadino).
Inoltre, anziché ipotizzare l'esistenza di fantomatici suggeritori di inesistenti stravolgimenti dei beni culturali cittadini da tempo abbandonati o comunque adibiti ad usi impropri, sarebbe forse il caso di chiedersi se fu opportuno, in un passato non troppo lontano, adibire l'ex convento di S. Francesco, con la sua ampia superficie, a sede scolastica, quando il complesso - insieme all'ala compresa tra via Aselli e Piazza Lodi - poteva diventare la cittadella amministrativa di Cremona, evitando così la dispersione degli uffici in sedi diverse, consentendo quindi ai cremonesi di trovare riuniti in unico complesso tutti i servizi comunali, con ampie disponibilità di parcheggio, con passaggi coperti e riparati, con spazi espositivi di grande suggestione, luoghi per convegni, a pochi passi da quel piccolo gioiello che è il Parco del Vecchio Passeggio. Se allora ci fosse stato un dibattito su questa opportunità, se si fosse pensato di più al futuro, se non si fosse scelta la strada più semplice per porre rimedio ad esigenze contingenti, ma si fosse fatto qualche sforzo in più per trovare soluzioni alternative, forse adesso non ci si lamenterebbe del fatto che le sedi comunali sono aumentate.
Anche su questo argomento, che lei ha più volte sollevato sul suo webmagazine, è il caso di fare una riflessione. Innazitutto va detto che le competenze amministrative degli enti locali, dagli Anni Settanta ad ora, sono aumentate in maniera esponenziale e la tendenza, con il federalismo, non è indubbiamente destinata a mutare. Come è possibile allora pensare che, di fronte a nuove esigenze, a nuovi servizi, il Comune non debba espandersi? In altre città hanno costruito ex novo edifici di grandi dimensioni (si veda ad esempio il DUC di Parma) dove hanno riunito tutti gli uffici comunali. Cremona, disponendo di risorse limitate, ha usufruito di locali o sedi che aveva già in uso, mentre ora si sta mettendo mano ad una razionalizzazione dell'esistente (basti pensare che tutti gli uffici dei Servizi Sociali verranno concentrati in Palazzo Ala Ponzone, oppure che in via Geromini sono stati riuniti servizi tra loro correlati, così come avvenuto in via Aselli, mentre è stata data una sede dignitosa alla Polizia Municipale il cui ruolo, come lei ben sa, è mutato radicalmente rispetto al passato). Una razionalizzazione niente affatto semplice, che deve fare i conti con vincoli di ogni tipo, da quelli architettonici a quelli economici, ma necessaria per i cittadini innanzitutto e quindi anche per i dipendenti, che hanno diritto a lavorare in ambienti decorosi.
Albino Rigoni, ufficio stampa del Comune di Cremona
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Apprendiamo che il polo dell'urbanistica si espanderà nell'ex scuola di musica e la cosa non può che farci piacere, perché è (anche?) una nostra precisa proposta.
Aggiungo: meno male che l'ex ospedale non è diventato la cittadella amministrativa del Comune di Cremona. Purtroppo nel contempo dobbiamo registrare il declino di Santa Maria della Pietà, utilizzata meno frequentemente per mostre. Il bilancio di previsione parla di mteeerci mano. Speriamo bene.La zona, in base a una precisa volontà, era stata chiamata non Santa Maria, ma Centro culturale Città di Cremona. Questa era la destinazione, trascurata, incompiuta negli anni successivi, e non per colpa de "Il Vascello". Una destinazione largamente condivisa dalla città e che oggi ( il che insospettisce) sostanzialmente si critica se si afferma che "se si fosse pensato di più al futuro, se non si fosse scelta la strada più semplice per porre rimedio ad esigenze contingenti, ma si fosse fatto qualche sforzo in più per trovare soluzioni alternative, forse adesso non ci si lamenterebbe del fatto che le sedi comunali sono aumentate". Noi aggiungiamo che un vizio italiano, davvero grave, e cremonese in particolare, è di avviare la realizzazione dei progetti, poi di piantarli a metà strada e, come in questo caso, stravolgerli.
Sull'allargamento delle sedi comunali, potremmo fare qualche esempio di "espansione dei gas" che si poteva evitare. Ma non è questa la sede per ritornare anche su questo argomento.