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Solleviamoci delle tristezze passate e future (ahi noi) dell’architettura e dell’urbanistica cremonesi - da oltre dieci anni in una fase di smantellamento e persino di agevolazione ai guasti - ed occupiamoci di architettura vera, più o meno riconosciuta. Parliamo questa volta di architettura privata, la meno trattata e in gran parte sconosciuta. Non è che gli esempi siano molti. Ma pochi sanno che alcuni sono estremamente significativi e riconosciuti più all’estero e comunque fuori dalle mura cremonesi che non all’ombra del Torrazzo.
In particolare, ci riferiamo alla cosiddetta “Casa” o “Villa del Ragno”, la singolare costruzione ai numeri 34 e 36 di viale Po.
L’occasione ci viene offerta da una grande iniziativa giunta a felice conclusione a Monaco di Baviera, dove evidentemente le autorità e l’iniziativa pubblica hanno ben altra considerazione (come dimostra il rinnovamento di Berlino) per la architettura di qualità, compresa quella del passato più recente e del domani.
A Monaco di Baviera è stata conclusa un’operazione poderosa. Si parla con un po’ di enfasi, di progetto del secolo. Tale è certamente per l’impegno finanziario che ha richiesto (Poi ci si viene a dire che la Germania è in crisi. Sarà anche vero, ma che differenza di gestione dell’innovazione e della ricerca, come sono più dinamiche e aperte le attenzioni culturali... rispetto alla miseria, non necessariamente finanziaria del nostro apparato politico e burocratico che, quando si muove, forse scopre il settecento).
Si tratta della ristrutturazione e dell’ampliamento dell’Opera Omnia monacense Villa Stuck. Dopo tredici anni di lavori di progettazione e restauri, l’intero mondo privato del principe artista Franz von Stuck è stato di nuovo riaperto al pubblico lo scorso 18 marzo.





"Il Vascello e le ricerche" -- Un articolo (e le foto di Villa Ragno) di Antonio Leoni





La pagina è stata aggiornata alle ore 18:00:19 di Mar, 29 mar 2005