"Il Vascello", pagine di cultura: Giardini Cremonesi Testo di Marida Brignani e Luciano Roncai,
foto di Luigi Briselli ed Ezio Quiresi


Previous Home




289



16- Anche questa idea di territorio-giardino possiede una vasta letteratura di riferimento, è oggetto di ricerca e dibattito, trova realizzazioni più o meno avanzate nei parchi della provincia. Annovera anche un caso esemplare di giardino nel quale si assommano tutte le caratteristiche salienti del territorio, minuziosamente e scientificamente analizzate, progettate e realizzate, ciascuna con la propria flora e fauna di riferimento. Ci si riferisce al Bosco Didattico di Castelleone, una stazione didattica sperimentale ed un laboratorio scientifico all’aperto per lo studio degli habitat del territorio in rapporto alla qualità ed altimetria dei suoli, promosso e realizzato per conto dell’Amministrazione Provinciale di Cremona da Valerio Ferrari.
Un vero giardino secondo chi scrive. Una innovativa tipologia, colta e raffinata, che sovverte i valori tradizionali del dentro e del fuori, del prezioso e del banale, del raro e del comune, del giardino e della campagna. Ancora una volta un addensamento, che però include e protegge con una recinzione tutto ciò che dal giardino è sempre stato escluso, tutte le specie autoctone che teoricamente dovrebbero crescere in modo spontaneo nel territorio. Ma certamente un giardino per la densità e la varietà delle specie, la cura intensa e quotidiana che richiede, la valenza sperimentale che riveste, per l’attenzione ad una fruibilità poco invasiva, per gli impianti di irrigazione, l’attenzione alla temperatura dell’acqua, la lotta biologica ai parassiti, per gli interventi di pulizia e manutenzione che consentono alla vegetazione di crescere ed espandersi naturalmente solo fin tanto che non interferisce con la fruibilità del luogo e lo sviluppo di altri individui; per l’attenzione alla riproduzione e al ripopolamento delle specie meno diffuse, garantita da un apposito vivaio. E ancora per la concentrazione e l’attenta riproduzione secondo criteri scientifici, in uno spazio limitato, delle principali situazioni naturali, dai boschetti di querce e carpini sul terreno più rilevato alle radure della zona valliva, allo stagno e alla zona palustre dell’area più bassa e sortumosa. Un giardino per la molteplicità degli scorci, per la variabilità delle vedute, per la sorpresa continua degli incontri. E per la componente letteraria e la raffinata valenza estetica che la cultura contemporanea vi può cogliere.
Un giardino saldamente ancorato alla realtà geografica locale, che non ricerca il proprio altrove nel mito generico della natura incontaminata delle origini, abitata dagli dei e dalle ninfe, e neppure in quella passionale e ferace che alimenta il buon selvaggio di russeauniana memoria o costituisce l’eremo contemplativo di ascetici romiti, oppure rivela solo agli eletti le vestigia di un passato glorioso. Non è neppure l’altrove misterioso e lontano di uno sconosciuto e generico oriente, ma semplicemente l’altrove delle rane e delle farfalle, del tasso e del bosco padano, del picchio e delle erbe di palude. Sembra nascere da un rinnovato spirito romantico che non ricerca la suggestione di luoghi misteriosi od esotici, mitici o perduti, ma di quelli presenti in modo frammentario nella quotidianità, per ricostruirne su basi scientifiche una ipotetica integrità, e restituire nel contempo il piacere e la nostalgia di percorrerli ed ascoltarli. Il giardino racchiude la sintesi scientifico-poetica di un’idea di territorio.

Marida Brignani e Luciano Roncai




Edizioni Del Miglio, via Stradivari 5, Persico Dosimo -- -- 12-05-2004