Untitled-1

Durante il periodo della repubblica Sociale di Salò, Guido Miglioli aveva vissuto a Cremona, segregato in casa ma godendo della personale protezione dello stesso Farinacci con cui, nell'immediato primo dopoguerra, aveva combattuto violente battaglie.
Con l'avvento del fascismo, Miglioli aveva lasciato l'Italia rifugiandosi a Parigi ove, nel 1940, lo avevano scovato i tedeschi deportandolo prima in Germania, poi trasferendolo a Cremona ove ritrovò l'antico avversario politico. Miglioli dimorava nella casa dei familiari ed aveva una guardia del corpo che al tempo stesso lo proteggeva, ma vigilava anche sul suo operare (non doveva, infatti, occuparsi di politica).
All'alba del 25 aprile, l'intenzione di Farinacci era chiaramente quella di evitare un bagno di sangue a Cremona ove, comunque, avrebbe potuto scatenare una vera e propria battaglia giovandosi del contingente tedesco e dei molti fascisti giunti dall'Emilia, armati fino ai denti, asserragliati nel Palazzo della Rivoluzione (oggi ritornato al nome originario, palazzo Ala ponzone, sede comunale). Farinacci aveva lasciato trasparire l'intenzione di trattare in un trafiletto apparso su "Il RegimeFascista " in cui confermava che i fascisti avrebbero lasciato la città senza alcuna rappresaglia sempre ch gli avversari non li avessero costretti a "scatenare una notte di San Bartolomeo" attaccando i fascisti cremonesi e le loro famiglie. Ecco il passo cruciale del trafiletto del 25 aprile pubblicato sul Regime Fascista: "Pur non vedendo per nulla la situazione disperata, diciamo che se i cremonesi continueranno a mantenere quel contegno che ha permesso di assicurare alla nostra provincia la ben nota tranquillità, nessuno ha da temere rappresaglie... E se nessuna vendetta sarà compiuta, siamo noi a volerlo anche perché in caso di occupazione della nostra città, vogliamo che gli onesti ricordino l’ordine che noi abbiamo instaurato, sì da risparmiare la lotta fratricida verificatasi altrove... Se la feccia tornerà per qualche giorno alla ribalta, la maggioranza dei cittadini... non avrà che a recitare il mea culpa... tengano presente questo, nell’ipotesi peggiore della nostra ritirata, coloro che osassero toccare un capello ai nostri camerati e specialmente alle loro famiglie. La reazione sarebbe feroce e forse indiscriminata. E ne avremmo tutto il diritto, in quanto in questi giorni, nei quali tutto avremmo potuto osare, abbiamo richiamato alla più ferrea disciplina tutti i fascisti, compresi quelli evacuati da altre città».
Per capire l’ultimo Farinacci e gli estremi gesti del fascismo cremonese e il ruolo di Guido Miglioli , bisogna partire da Milano. La speranza di Mussolini fu una sola: «Poiché la successione è aperta in conseguenza dell’invasione anglo-americana - comunicò ufficialmente a suo nome Carlo Silvestri all’esecutivo del Partito Socialista - Mussolini desidera consegnare la Repubblica Sociale ai repubblicani e non ai monarchici; la socializzazione e tutto il resto ai socialisti e non ai borghesi (che in seguito Mussolini definirà anche più duramente col termine di reazionari - n.d.r.). Della sua persona non fa questione. Chiede solo che l’esodo dei fascisti si possa svolgere tranquillamente, evitando sia una reazione legale, sia una reazione illegale che sarebbero controproducenti».
Per quanto riguarda il riferimento personale e quello alla sorte dei fascisti sono parole che ritroveremo quasi pari pari nella bozza di intesa che Farinacci detterà a Miglioli per proporla al CLN. L’intesa tra Mussolini e Farinacci è evidente. Ma c’è di più: Giorgio Bocca rivela che il 25 aprile alle ore 20 le ultime due lettere che Mussolini scrisse a Milano furono indirizzate l’una proprio a Carlo Silvestri e l’altra al cremonese Guido Miglioli. E’ una conferma piena del fatto che Miglioli era ritenuto il mediatore a Cremona dell’operazione configurata da Mussolini e come tale si può supporre attendibilmente che fosse stato preventivamente informato, al pari di Roberto Farinacci. Tutte le azioni, sisvolsero con tale sincronismo che si può realisticamente supporre che fossero state segretamente concordate. Anche a Cremona, tuttavia, cozzarono contro un primo limite insuperabile: Mussolini rivolgeva l’offerta ai socialisti,agli azionisti ma non ai comunisti che considerava strumenti dell’ Unione Sovietica contrari al riconoscimento dell’Italia sotto l’influenza inglese.
Il progetto di Farinacci coincideva soltanto con le posizione moderate all’interno del CLN, e -forse a sorpresa- trovò un secondo limite nella strategia del Vescovo Giovanni Cazzani che puntava al ristabilimento dell’ordine borghese, come Schuster a Milano.
Quel che accadde la mattina del 25 aprile lo racconta lo stesso Miglioli.



Pagina aggiornata alle ore 12:35:52 di Giovedì, 16 dicembre 2004



"Il Vascello e la storia"

Cinquant'anni fa moriva Guido Miglioli
campione del sindacalismo contadino

Home Next