"Il Vascello e la storia"

Cinquant'anni fa moriva Guido Miglioli
campione del sindacalismo contadino

cliccando sulle immagini qui sotto si sfoglia il servizio di Cesare Castellani (con la collaborazione di Antonio Leoni)
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Cinquant'anni fa, alle sette del mattino del 24 ottobre 1954 moriva, a 75 anni, nella Casa di Cura Capitanio in Milano, ove era da mesi ricoverato, l'on. Guido Miglioli. Pochi minuti prima gli era giunto un telegramma del Papa che aveva voluto leggere di persona e negli ultimi tempi aveva ricevuto, al suo capezzale, la visita di tutti i grandi esponenti della politica italiana a cavallo delle due guerre, da De Gasperi, a Greco, dal Cardinale Schuster a Gronchi. Amici ed avversari. Tutti, tranne Togliatti, erano andate a rendergli visita, a discutere con lui per l'ultima volta di politica e della situazione italiana.
Nato a Casalsigone nel 1879, laureato in legge, s'era fin da giovane schierato col partito radicale ed aveva subito simpatizzato per la classe contadina contro gli agricoltori e i proprietari terrieri cui avrebbe sempre riservato, sino alla fine, una scarsissima considerazione per il fatto che avevano per secoli angariato i loro dipendenti..
In un secondo momento, s'era avvicinato alla posizione dei partiti di ispirazione cattolica. Eletto deputato, non ebbe la convalida perché era ancora troppo giovane, ma fu rieletto nel 1913 fondando tra l'altro a Cremona il giornale "L'Azione" cui diede un atteggiamento sicuramente neutralistico che, in quei tempi gli procurò le prime violente antipatie dei più giovani interventisti. Subito dopo la guerra assunse il ruolo di estremista assoluto all'interno del partito popolare appoggiando e potenziando il partito di don Sturzo.
Le rivolte bianche organizzate nella campagne del soresinese e del castelleonese, violente, quanto, se non più, quelle di matrice rossa tennero per settimane col fiato sospeso l'intera nazione. Al punto che anche gli antifascisti della prima ora furono costretti ad ammettere la gran parte di responsabilità di Miglioli nel sorgere del fascismo. Fu una punta contestatrice del partito popolare, al punto che molti dei suoi più stretti collaboratori, ma non lui, religiosissimo e strettamente osservante, ad un certo punto passarono decisamente al comunismo. Le leghe bianche di Miglioli, comunque ottennero un risultato strepitoso: la firma del Lodo Bianchi che ha rappresentato il primo tentativo nella storia sindacale italiana di cogestione delle imprese. Il Lodo Bianchi, dapprima appoggiato da Farinacci, fu successivamente affossato, su spinta dello stesso Farinacci che subì le pressioni degli agrari, suoi finanziatori e dei quali il futuro Ras di Cremona aveva assoluto bisogno per essere finanziato nella realizzazione dle quotidiano Cremona nuova (poi Regime Fascista) e per la conquista fascista della città. Farinacci divenne in seguito un feroce oppositore di Guido Miglioli, ma nel contempo lo rispettò e, in una occasione, giunse a salvargli la vita.
Nel dopoguerra, amareggiato per il comportamento del fronte popolare cui aveva aderito e che non aveva fatto confluire i suoi voti su di lui, Guido Miglioli si occupò quasi esclusivamente di sindacalismo.E' di questo periodo anche il suo volume "Roma e Mosca" che gli procurò durissime contestazioni. Ed è anche in questo volume che riferisce, con molte sfumature (e diverse reticenze) uno degli ultimi episodi della storia del fascismo a Cremona, una pagina di storia quasi sconosciuta, la trattativa con Roberto Farinacci che gli fu probabilmente suggerita addirittura da Benito Mussoilini. Giorgio Bocca racconta infatti che Mussolini, prima della fatale partenza verso Como e la Valtellina, scrisse proprio a Guido Miglioli, la sua ultima lettera da Milano. I comunisti addirittura sparsero la voce che Miglioli avesse avuto dei contatti con la polizia segreta fascista, una diceria mai provata ma che comunque amareggiò gli ultimi anni di vita di questo soresinese indomito. Il tentativo di Guido Miglioli di evitare un bagno di sangue nel trapasso dal fascismo al CLN è uno degli episodi meno esplorati della sua vita e per questa ragione "Il Vascello" ha deciso di rievocarlo come contributo speciale di conoscenza nel cinquantenario della sua scomparsa.



Pagina aggiornata alle ore 12:35:17 di Giovedì, 16 dicembre 2004