"Il Vascello", pagine di cultura: Giardini Cremonesi | Testo di Marida Brignani e Luciano Roncai, foto di Luigi Briselli ed Ezio Quiresi |
11- Una considerazione diversa meritano le aree solcate dalle valli fluviali, caratterizzate da una maglia poderale meno rigida, dalla presenza di terreni marginali e da una variabilit?à altimetrica a tratti ancora accentuata, come le coste dell’Oglio, del Serio e dell’Adda. Qui la composizione del giardino gode di maggior libertà, può avvalersi di piani diversi e prospettive più profonde, offerti dalla morfologia naturale del territorio. Anche il valore intrinseco del terreno agrario è inferiore e dà mediamente origine a giardini più estesi e confini meno regolari. Sono gli unici casi in cui pare possibile tracciare un pallido raffronto con i giardini paesistici, almeno nelle intenzioni, benché non interamente pianificati, ma adattati a caratteristiche morfologiche preesistenti che non vengono di norma pesantemente alterate, ma riutilizzate in modo funzionale al raggiungimento di un risultato estetico. E’ il riadattamento di un concetto ad una realtà completamente diversa. Il collocarsi delle residenze sulle coste dei terrazzi fluviali consente allo sguardo di spaziare abbracciando un intorno del quale fanno parte sia le piantumazioni mirate del giardino vero e proprio, sia i campi coltivati e le cascine, i filari e i boschi che si intravedono in lontananza. Ci si riferisce ad esempio al giardino di Villa Zaccaria a Bordolano, dove il riuso degli spalti dell’antico castello e dei piani dei terrazzi fluviali intermedi consente un progressivo passaggio dall’antico giardino geometrico della prima terrazza, al secondo e al terzo livello dove gli elementi architettonici, ancora preponderanti, si stemperano e si diradano raggiungendo l’ultimo livello della valle, con zone prative e gruppi sparsi di alberi. Lo sguardo, contenuto ad Ovest dalla macchia scura del bosco addensato sulla ripida costa dalla forma lunata che delimita la valle, percorsa da un’antica strada, spazia nella campagna coltivata e converge sulla costa opposta “arredata” di piccoli insediamenti rurali. Anche il giardino Fraganeschi di Villarocca sembra collocarsi in quest’ottica, benchè sia difficile oggi leggerne esattamente la valenza. Completamente avulso dall’ambiente e dalla cultura che l’hanno generato e modificato nel tempo, senza tracce documentarie significative consultabili, irrimediabilmente compromesso nei tracciati e nella consistenza arborea, di anno in anno “rosicchiato” dalle colture circostanti, incanta ancora per lo stupore del luogo ed il suo distendersi e rarefarsi nella campagna che digrada verso l’Oglio, percepibile in lontananza per la quinta argentea dei pioppi e dei salici che lo costeggiano. Un tempo l’orizzonte dello sguardo giungeva dalla terrazza della villa sin sul fiume, guidato dal cannocchiale di un lunghissimo viale che si incuneava nella campagna, oggi vivo solo nei segni delle carte e nella memoria di pochi. In fondo al viale un rustico belvedere affacciato sull’acqua, a sancire l’ideale continuazione del giardino fino alla riva del fiume. Un caso particolare è invece costituito dal giardino di Villa Cigola-Fenaroli a Seniga dove gli interventi realizzati agli inizi dell’Ottocento coniugano tutte le tipologie sopra descritte. La villa si affaccia sull’Oglio e conserva una parte dell’antico giardino formale terrazzato. L’ampliamento di matrice romantica include una stretta lingua di golena, sviluppata ad Est e ad Ovest della residenza e non in asse con il suo simmetrico sviluppo. L’area prativa, posta in posizione frontale ai piedi della scalea, appare insufficiente a consentire una prospettiva adeguata, chiusa com’è dal confine naturale del fiume e dal terrapieno dell’argine eretto sulla sponda opposta, che impedisce allo sguardo di spaziare nel paesaggio campestre. L’ostacolo viene illusoriamente superato da due doppi filari di pioppi cipressini che dal fiume si incuneano nella campagna cremonese, così alti e slanciati da guidare lo sguardo a valicare l’argine e a perdersi in un artificioso infinito, raggiungendo anche lo scopo non trascurabile di includere nell’illusione ottica il corso stesso del fiume, che appare inglobato nel giardino. Interessante il fatto che la stretta striscia di terreno oltre il fiume non fosse proprietà della famiglia ab antiquo, ma sia stata appositamente acquisita per la realizzazione del lungo cannocchiale. |