"Il Vascello", grandi reportages
Corpus Domini, la gemma di Bianca Maria Visconti

Foto di Antonio Leoni ©



Home Next




01



Gli insediamenti monastici e il ruolo di Città Nova

(a cura dell'assessorato all'urbanistica - architetto Massimo Terzi)

I primi monasteri che si insediano, a meridione del recinto della città romana, in una zona allora extramurale, sono le comunità monastiche benedettine di S. Salvatore, forse addirittura dall'VIII secolo e certamente dall'XI, e di S. Benedetto, a partire dall'XI.
Nel caso di S. Salvatore la posizione era adiacente all'alveo del Po tanto che il Campi, nel segnarne la linea di esondazione, ne lambisce il recinto murario; mentre S. Benedetto era prossima alla nascente Città Nova": la seconda città nella città che farà di Cremona un'affascinante organismo bicefalo.

Non si hanno indicazioni precise sui motivi di questa scelta localizzativa, su terreni golenali che in epoca romana avevano la funzione di approdo delle merci e di accesso alla città; possiamo ipotizzare che vadano rintracciati nel comune carattere antiepiscopale che, a partire dal IX secolo, contraddistingue l'occupazione di questa zona. E' la nascente classe mercantile che mal sopporta il potere del vescovo e le sue imposizioni fiscali a stabilirsi fuori dal tracciato delle vecchie mura, e nei pressi delle vie di comunicazione verso nord, in terreni asciutti da cui si può raggiungere agevolmente il Po, primaria via di comunicazione per i traffici commerciali, senza passare dalla città vecchia.
L'area è caratterizzata da una struttura urbana rarefatta - le uniche preesistenze sono costituite da domus romane extramurali - che consente la costruzione di fondachi facilmente difendibili. Non a caso i fondatori dei monasteri dell'XI secolo vengono identificati da Zerbi come appartenenti al 'populus" di Cremona, il ceto mercantile cittadino che l'Astegiano e il Gualazzini hanno descritto nella lotta che li vede contrapposti al potere vescovile.





Pagina aggiornata alle ore 22:21:29 di Lunedì, 26 luglio 2004