L’indifferenza dei Piani Gamba e Dodi
Tramontate le previsioni di almeno due strumenti urbanistici cittadini (il piano Gamba, del 1928, e il piano Dodi del 1956) che, incuranti del tessuto edilizio sotteso ai retini delle planimetrie di Cremona, non trovavano di meglio, per collegare la zona di Cittanova con il sempre più strategico quartiere Po, che sventrare l'isolato degli ex monasteri per aprire un comodo rettifilo ed ospitati per lunghi anni profughi e sfollati dopo il secondo conflitto mondiale, le splendide architetture di S. Benedetto, S. Chiara e Corpus Domini assistono inermi alla loro dismissione e al loro totale abbandono, non senza subire alcune mutilazioni per lasciare spazio alla triste edilizia degli anni cinquanta (ne fanno le spese il chiostro delle converse e parte del chiostro cinquecentesco del Corpus Domini, e la corte rustica di S. Chiara), il tutto paradossalmente "riscattato" dalla destinazione della chiesa di S. Benedetto a palestra e della cavallerizza di S. Benedetto e della chiesa del Corpus Domini a officina meccanica.
La pesantissima, a livello di interventi edilizi, conversione del chiostro di S. Chiara e degli ambienti superstiti di quel monastero a uffici a uso del ministero dell'interno è fatto recente, tutti ancora soggetto di interventi strutturali, restano parte del Corpus Domini e S. Benedetto, con i loro bellissimi spazi aperti ai gatti(e purtroppo alla sporcizia di queste bestiole), l'intero complesso di S. Monica, finalmente resi disponibili via via per la restituzione alla città.