La vicenda umana e architettonica del Corpus Domini
Il monastero del Corpus Domini, l'ultimo che si insedia in questa zona, è quello di cui si hanno più notizie data anche la particolarità della sua fondazione, voluta da Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, nel 1455, che per ospitare le novelle clarisse fa adattare un palazzo di sua proprietà adiacente al monastero di S. Chiara. Nel 1497 è documentata la presenza nel cantiere di Guglielmo De Lera e di Pietro da Prato, che strutturano gli ambienti intorno a un chiostro inserendo nel lato sud i locali destinati a cucina, dispensa e sala del Capitolo (sono le sale con volta a ombrello per cui si è notata una similitudine strutturale e stilistica con le due sale terrene del lato meridionale del chiostro di S. Chiara), refettorio e dormitorio nel lato ovest mentre i lati orientale e settentrionale del portico costeggiano rispettivamente il vecchio palazzo di Bianca Maria e la chiesa.
Il successo del monastero è testimoniato dal rapido popolamento, tanto che nel Cinquecento è occupato da più di cento monache e da 18 converse. A questa fase di espansione va ascritta la costruzione di un secondo chiostro a meridione del primo, grazie alle doti portate al monastero dalle fanciulle di nobile famiglia cremonese. Al 1560 risale la consacrazione della chiesa, e a questi stessi anni si può datare la costruzione del chiostrino delle converse, senz'altro terminato nel 1583 quando la pianta del Campi ci mostra il monastero articolato in tre chiostri integrati da diverse parti rustiche e da un viridarium verso nord.