Attilio Boldori, assassinato l'11 dicembre 1921
LA SEQUELA DEGLI EPISODI
DI VIOLENZA E DI SANGUE
Scorrerie, aggressioni, uccisioni e ferimenti, bastonature e sparatorie, intimidazioni ed agguati, devastazioni ed incendi... ho potuto contare oltre centocinquanta episodi riportati nelle due annate dell' Eco dei Comunisti. La ricerca di Franzinelli ne cita molti a conferma, altri ne aggiunge. Con ben ventinove uccisi dagli squadristi. Si citano naturalmente anche le non poche vittime della parte dei fascisti che, pur essendo gli aggressori, non sempre sono usciti indenni, a partire da quel 16 settembre 1920 nel quale, in scontri di piazza a Cremona, sono rimasti uccisi i due fascisti Vittorio Podestà e Luigi Priori (30) per finire con i 13 fascisti uccisi dalle forze dell'ordine il 27 ottobre 1922 nel corso dell'assalto squadrista alla Prefettura di Cremona e alla caserma di S.Giovanni in Croce. Come è noto già l'11 giugno 1920 una delle prime squadre assassine dei fascisti aveva ucciso in un agguato a Grontorto di Annicco il dirigente delle leghe bianche Giuseppe Paulli.
Riporto di seguito una elencazione per sintesi dei fatti significativi così come pubblicati settimana dopo settimana dal giornale l'Eco dei Comunisti e come citati su “Squadristi” di Franzinelli.
ANNATA 1921.
- Ad Ostiano, il 17 gennaio, il socialista Mattarossi viene ucciso dai carabinieri nella giornata celebrativa dei fasci .
- A Tornata spedizione, con auto e camion, contro il Comune e la cooperativa (EdC del 5 febbraio).
- Circa in una sessantina di fascisti, venuti da fuori, assaltano la Camera del Lavoro di Soresina. Alcuni compagni, tra cui Riccardo Ottini, sono feriti da revolverate (EdC del 19 febbraio).
- A Gabbioneta, il 20 marzo, nel corso di un diverbio tra lavoratori ed agrari, un agrario spara colpendo a morte un giovane che passava proprio in quel momento (EdC del 26 marzo - ).
- A S. Lorenzo Picenardi, il 17 aprile, assaltata ed incendiata la cooperativa, 13 i feriti; la stessa squadraccia si reca, coi camion, a Piadena, dove tre operai vengono bastonati a sangue (EdC del 23 aprile -).
- Squadre del mantovano penetrano nella Camera del Lavoro di Casalmaggiore, la mettono a soqquadro ed appiccano il fuoco. La stessa scorreria attacca anche le cooperative di Vicoboneghisio, Vicomoscano, Cappella e Rivarolo Re, il 8 aprile (EdC del 30 aprile - ). In particolare a Rivarolo la rappresaglia è motivata dal taglio di alcune viti di agrari fascisti: gli squadristi irrompono di notte in paese coi camion, entrano di violenza in cooperativa, appiccano il fuoco dopo essersi impossessati del registro soci, costringono l'impiegato ad accompagnarli alle case di questi, dove avvengono violenze, percosse e devastazioni.
- Assassinato a Pavia, il 21 aprile, lo studente e giovane dirigente comunista cremonese (e pavese) Ferruccio Ghinaglia. Quattro squadristi lo uccidono in un agguato, essi verranno processati ed assolti nel febbraio '22 (EdC del 30 aprile - ).
- Il 24 aprile raid fascista a Binanuova, il primo maggio a Dosimo un lavoratore è ferito ad un occhio da un proiettile, a Scandolara Ravara bastonato il locale segretario comunista (EdC del 7 maggio).
- Irruzione di un centinaio di fascisti che interrompono la seduta del Consiglio comunale di Cremona, chiedendone le dimissioni (EdC del 7 maggio).
- A Sesto Cremonese violente intimidazioni nei confronti del sindaco e di un assessore perchè diano le dimissioni (EdC del 7 maggio).
- A Ponteterra, l'11 maggio, aggressione da parte dei fascisti di Viadana alla casa del compagno Bini, piccolo coltivatore. I tre figli lo difendono e due di essi, Pietro e Mario Bini, vengono uccisi (EdC del 23 luglio- ).
- A Bagnolo Cremasco, il 12 maggio, il giovanissimo squadrista Antonio Torrisi muore nel corso di uno scontro con i popolari ()
- Pubbliche minacce al segretario provinciale comunista Tarquinio Pozzoli perché se ne vada da Cremona (EdC 21 maggio).
- Il 15 maggio è domenica elettorale, il deputato Miglioli del PPI viene bastonato e deve essere ricoverato in ospedale. La sede dell'Unione cattolica del lavoro di Crema viene depredata, i fascisti percuotono a morte un militante del PPI cremasco .
- Porta Mosa di Cremona, 16 maggio: raid di fascisti spalleggiati dalle guardie regie, con sparatoria contro la cooperativa dei braccianti. Uccisi Angelo Zighetti e suo padre Pietro (EdC del 21 e 28 maggio ).
- Violenze fasciste a Cella Dati per imporre la cessazione di uno sciopero spontaneo di reazione ai fatti di Porta Mosa (EdC del 28 maggio).
- Il compagno Carlo Soldi è ucciso a revolverate dal fascista Ceruti mentre con la madre percorreva la strada tra Piadena e S.Lorenzo (EdC del 4 giugno).
- A Casalmaggiore, 11 giugno. Inaugurazione del fascio, disordini, muore il fascista Pietro Galli. Ritorsione con distruzione dei ritrovi “rossi” locali .
- Devastate le cooperative di Cappella Picenardi, Martignana, Agoiolo e S.Giovanni in Croce (EdC del 18 giugno).
- Preso a nerbate, a Cremona, lo studente compagno Ottorino Vecchia (EdC del 2 luglio).
- Duramente bastonati a Cremona, da una squadraccia, i dirigenti di sinistra Boldori, Sidoli, Meazza, Chiappari (costretto a ricorrere a cure ospedaliere) (EdC del 30 luglio).
- Ad Agoiolo uccisi due compagni, Braga e Lodi (EdC del 6 agosto).
- A Crema, in piazza, da un gruppetto di fascisti partono colpi d'arma da fuoco: una bravata intimidatoria, ma un operaio panettiere che passava in bicicletta è colpito alla testa e muore (EdC del 6 agosto).
- Un camion di fascisti compie un raid interrompendo una festa di lavoratori col veglione a Pozzaglio (EdC del 27 agosto).
- Messa a soqquadro a Stagno la casa dei fratelli Garbi, bastonato il compagno Bonoldi (EdC del 27 agosto).
- Durante una “provocazione fascista” a Pieve d'Olmi, il 6 settembre, rimane ucciso il fascista Sigifredo Priori (EdC del 10 settembre - ). L' episodio viene addebitato ai comunisti, giungono nuove squadre con lo stesso Farinacci, viene occupata la cooperativa, viene intimato ai Consiglieri comunali di dimettersi, le guardie compiono numerosi arresti.
- La tipografia dell' “Eco del popolo” è oggetto di una violenta scorreria (EdC del 10 settembre).
- Vandalismi squadristici a Casalorzo ed a Levata (EdC del 24 settembre).
- Invasa la cooperativa di S.Daniele da fascisti arrivati coi camion. A Stagno bastonato il messo comunale, Orsi (EdC del 1 ottobre).
- Il numero dell'otto ottobre 1921 reca il titolo “Brigantesca intensificazione delle gesta fasciste in provincia” e riporta due pagine sull'argomento. Vi si parla di incendi delle cooperative di Pugnolo e di Cella Dati; del ferimento del segretario dei giovani comunisti di Casalbuttano, Manzini, con un proiettile ad una gamba; di colpi d'arma da fuoco che hanno ferito il compagno Fioretti di Gerre e sono stati sparati (per fortuna senza colpirlo) al capolega di Volongo. E ancora dei colpi di mazza con cui è stato picchiato il Sindaco di Gerre. Da Stagno Lombardo un elenco di compagni aggrediti e picchiati nelle loro case...(EdC dell' 8 ottobre).
- Fascisti di Lodi e di Spino, il 16 ottobre, effettuano un raid a Pandino e sparano. E' ucciso un lavoratore, di cui non viene riportato il nome. Vi è una reazione ed un fascista è gravemente ferito (EdC del 22 ottobre). Lo stesso episodio viene citato da Franzinelli che parla però di due antifascisti uccisi e del grave ferimento del fascista sedicenne G. Stabilini (morirà anch'egli dopo un mese per le ferite riportate) .
- A Piadena Francesco Delvò è ferito al capo a bastonate (EdC del 5 novembre).
- Gino Rossini, di Cremona, che era stato in precedenza ingiustamente arrestato, viene picchiato appena rilasciato dal carcere. E' notoriamente malato di tbc contratta in guerra (EdC del 12 novembre).
- Solarolo Monasterolo: arriva un camion di camice nere... Francesco Dioli porta la cravatta rossa... intimidazione... inseguimento... spari... Dioli viene ucciso. Anche il padre di Dioli ed Angelo Pizzetti vengono feriti (EdC del 12 novembre).
- Aggressione alla cooperativa di Cà de Bonavogli (EdC del 19 novembre).
- A Cremona vengono aggrediti a bastonate alcuni giovani popolari che accompagnavano a casa l'on. Miglioli (EdC del 26 novembre).
- Aggressione alla cooperativa di Azzanello: sette feriti. Invasione e bastonature anche alla cooperativa di Recorfano (EdC del 26 novembre).
- A Commessaggio un giovane (non ne viene pubblicato il nome) viene ucciso a revolverate: non aveva voluto obbedire alla intimazione di togliersi dall'occhiello della giacca il garofano rosso (EdC del 3 dicembre).
- Pestaggio fascista a Stilo de Mariani: bastonati i fratelli Somenzi, preso a calci il vecchio Angelo Arcagni (EdC del 10 dicembre).
- Il numero del 17 dicembre 1921 è tutto dedicato all'assassinio di Attilio Boldori, invalido di guerra, socialista vicepresidente della Provincia, dirigente sindacale e cooperativo, ucciso l'11 dicembre a calci e bastonate sul capo in una cascina dove, con altri due compagni, si era rifugiato essendo inseguito dalla squadraccia che poi lo ha ammazzato. Uno dei suoi compagni è ridotto in fin di vita. L'episodio è talmente efferato che la Prefettura decreta, il 14 dicembre, lo scioglimento delle squadre fasciste, ma Farinacci si dichiara indisponibile a farlo ed il decreto non ha alcun seguito.(EdC del 17 dicembre).
- Tarquinio Pozzoli denuncia il fatto che il giornale di Farinacci ha pubblicato una specie di lista di proscrizione, un elenco di avversari politici fatti oggetto di pesanti minacce. L'assassinio di Boldori dimostra che non si tratta di minacce senza seguito, conclude Pozzoli (EdC del 24 dicembre).
- Devastata, con sottrazione di denaro e merce, la cooperativa di Agoiolo . In occasione di un comizio di Farinacci a Gussola vengono picchiati alcuni lavoratori, ma vengono arrestati il comunista Somenzi ed il socialista Carlo Comaschi (EdC del 24 dicembre). Comaschi sarà la vittima (ucciso a martellate sul cranio) di un altro efferato delitto fascista a fine 1922.
- A Gerre l'operaio Cattaneo viene bastonato e costretto a gridare “viva Farinacci” sotto l’incombente minaccia di essere gettato nel Po (EdC del 24 dicembre).
- Sempre a Gerre, il giorno di Natale, Maestri viene ferito da due proiettili (EdC del 31 dicembre).
- A Cremona il compagno Arcaini viene ferito ad un braccio, il calzolaio Franchi è bastonato tanto da essere costretto a 30 giorni di ospedale. Viene invasa la cooperativa di S.Savino (EdC del 31 dicembre).
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Il Carme di Luigi Ratti
a Roberto Farinacci
"Il Vascello" ha rintracciato un documento dimenticato, un Carme che un noto "poeta" cremonese degli inizi del Novecento, Luigi Ratti, dedicò a Roberto Farinacci in occasione del banchetto offerto al futruro Ras di Cremona da oltre settecento cittadini il 26 novembre del 1922 nel teatro Ponchielli. I versi sono a dir poco allucinati e allucinanti, ma diventano significativi del fervore con cui la città borghese e agraria accolse Farinacci e della partecipazione alle sue imprese per le quali Luigi Ratti, il poeta, invita addirittura ad agire "ove occorra, col santo manganello, volta per volta, ovunque voglia...". Va notato che il Carme fu stampato in un libretto del quale vediamo il frontespizio e fu diffuso tra i cittadini in gran numero di copie. Ecco il testo integrale con la sua copertina e uuna foto dell'epoca di Roberto Farinacci
Vittoriosi torneranno...
E una nuova primavera
di spirti, di propositi, di fatti
susciteranno in ogni campo: e noi
largo largo faremo ai redentori ....
(Dal carme a Cadolini, 18 Nov. 1917)
L. RATTI.
Noi chiedevamo: « E chi è questo ragazzo,
codesto ferroviere che, capitato a l'ombra de '1 Torrazzo,
audace, schietto, rude,
ne le patrie fortune ebro di fede.
col piglio de l'artiere che picchia su l'incude
e nulla per sè chiede,
penetra, scoppiettando come un razzo,
ne le vecchie politiche congrèghe,
vi scompiglia le beghe, e l'esose pantofole vi pesta:
e, ovunque parla, a vampe di passione,
a scrollate di testa,
trascina a torme il popolo a l'azione?...
Figlio del forte Abruzzo, negli algenti
verni de la sua terra,
cresciuto giovinetto
a la scuola del rigido dovere,
approntavasi alfiere nuovo d'Italia a gli ultimi cimenti.
E allor che tutto il mondo arse di guerra,
per ben tre volte indarno, ci ferroviere,
volontario richiese
pugnar su le contese
Alpi ne le trincere, nè si rattenne. Volle: fermamente
volle, fino che un dì pago si tenne
dell'onor d'esser fante e combattente.
E a' giorni bassi e rei di Caporetto,
quando, ne le supreme
ore dovute ai massimi ardimenti,
noi, dietro al fronte, apparivam ridutti
ignudi di ogni speme,
di vigor stronchi, e pieni di amarezze:
- pei continovi lutti
di spente giovinezze
- per le sorti incertissime dei figli,
là... fra stenti e perigli
- per le dilapidate
nostre private
e pubbliche ricchezze
- per le colpe e gli errori
di sgovernanti,
illustri barbassori
ogni dì pencolanti,
a inchiodarci in balìa
o d'una infrigua i frolla oligarchia,
o a la piu ladra e lucida anarchia;
- e per gli scellerati tradimenti
di bastardi parenti,
progenie di straniero
turpe incesto di sangue e di pensiero
e piangevamoo assente
la cara madre de la nostra gente,
perchè la Italia vera stava là, tutta là ne la trincera
questo giovane ardente,
tutto che rattenuto
fuor dai cruenti campi de gli eroi,
asperrime battaglie ha combattuto,
sia pur sotto le tende, accanto a noi a noi
che, de la sua opera i frutti,
testimonianza oggi facciam qui tutti
E - poi che ne la universal tempesta
l'italo sole, infranti tutti i veli,
fra le dense di nubi atre muraglie
là di Vittorio Veneto sui cieli,
come un Dio ne la gloria,
la più bella baciò delle battaglie,
la più grande affermò nostra vittoria
quando, vinta la guerra,
prorompere doveva in una immensa gioja
ogni nato in terra
e invece - infamia a dirsi! - a ricompensa
degli acquistati allori
vostri, o prodi soldati ed uffiziali,
mandarono a incontrarvi nel ritorno,
graziati i disertori,
i peggior criminali,
accorsi ad oltraggiarvi in ribellione,
dietro le spalle di una lercia plebe,
fatta briaca di rivoluzione:
e il colmo, oh! il colmo fu (se non la estrema
fallitissima prova
di tutto un fallitissimo sistema)
quando consiglio diervi l'alte zebe
di schivar quella caccia,
faccia a faccia
per le battute vie,
le divise occultando, come spie!...-
oh, allora, oli alloy qual mai fremito corse,
a tanta, in basso e in alto, codardia,
su per le vene in petto
di quel pugno di giovani, che insorse
a la difesa de le patrie sorti
in preda di quel vento di follia! ......
Oh, come quel manipolo di forti,
assunto ad orifiamina
la scure e il fascio del littor romano,
si fe' valanga, lava di vulcano,
dentro ogni covo de la biscia immonda,
e, in men che non si dica,
schiacciò per sempre 1' idra bolscevica!
E di Roberto Farinacei oh come
fra cento e cento giovinetti eroi
giganteggiò la impavida figura
del novissimo alfiere in fra di noi
che, vinti da stupore a que' slanci sublimi,
in che ognora ei scattò primo fra i primi,
salutavamo unanimi il silo nome
de la nostra città liberatore!...
A le costanti pruove
di lui guardando fino a jer,
taluni ivan chiedendo « E dove questi,
che a noi sen venne
oscuro figliuolo,
trovar può ognor le penne
per un sì eccelso volo ?... »
Qualche vecchio, scorato per la rea
fortuna, obliò l'altissima virtù,
che, a gli estremi cimenti, il popolo d'un lampo
dalle sane sue viscere ricrea
e talvolta l'inconscia gioventù
per generoso istinto ama od ammira sì, ma pensa uguale
a sè il compagno, che più in alto sale.
Ben chi presto intravvide in questo eletto
latino sangue, a rinnovato stampo.
il sagrificio d' ogni lusinghiero tripudio
de' ridenti anni ne 'l fiore,
la costante inflessibile tenacia,
la disciplina che rigidamente
ci volle a sè, prima ch'a ogni altri, imposta,
l' indomita sua audacia,
lo spregio indifferente
lanciato per risposta
a minacciate offese,
ne l'acre voluttà d'espor la vita
giorno per giorno a chi gli conta l'ore
attraverso le imprese
chi in quello scabro cortice
avvisò tosto un cuore
a tutta prova onesto,
generoso, modesto, qual non fu mai de' suoi nimici alcuno;
e un alacre prontissimo intelletto,
che, volto con ardente
sete a la meta, i piani suoi matura,
e nulla mai trascura,
e, aborrente da frasche e da ogni orpello,
con l'oratoria foga di un tribuno,
con la penna incisiva,
e, ove occorra, col santo mauganello,
volta per volta, ovunque voglia, arriva:
oh, ben comprese tosto il travolgente fascino
che le plebi, di pace sitibonde,
attragge tutto giorno a la sua scuola:
e perchè tanta gioventù risponde
ad un suo gesto, ad una sua parola,
con lui, per lui, con insueto ardire
prontissima a morire,
a ciel levando il grido « Eja! Eja! Alalà!
«Per la salute de la Italia nostra !
« Per la giustizia ! Per la libertà!
Ma le poche dolenti anime in pena,
di antichi pregiudizi a la catena,
intenderanno un dì perchè rintrona
di sì unanimi applausi oggi Cremona.
Commiato
O mia povera ed ultima cantata,
reca a Roberto il mio saluto : digli,
ch'egli dell'avvenir va incontro al sole,
mentre la mia giornata fra poco vanirà ne l'infinita
onda del mar de l'universa vita. Digli, che queste carte
spremuto ha il cor, non l'arte.
Novembre. 1922.
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